L’integrazione dei servizi sanitari tra il pubblico e il no-profit: è possibile? Convegno Venerdi 15 novembre 2013

Da un lato vi sono le strutture organizzate del no profit, con le loro sedi, personale, apparecchiature, ma che con un patrimonio di appartenenza e responsabilità che esprimono attraverso i soci. Dall’altro vi sono le trutture pubbliche, con proccessi di riqualificazione degli ospedali e di riconversione verso i servizi territoriali.
L’integrazione fra questi due mondi può però essere stata spontanea, ma deve diventare un disegno complessivo in cui inserire anche esperienze già in corso nel nuovo Servizio Sanitario Regionale come la Aggregazioni Funzionali Territoriali e le Unità Complesse di Cure Primarie, riconoscendo un effettivo ruolo di raccordo con la medicina di base ai servizi organizzati del no profit.
Le finalità di queste forme organizzative richiedono infatti la realizzazione di effettive reti fra le realtà presenti sui territori e fra le professionalità già operanti, in una logica ri reale sostenibilità e di valorizzazione delle risorse esistenti. Un esempio sono gli ambulatori di visite specialistiche e servizi alla persona (infermieristici, assistenza…) della Rete PAS. Ciò è tanto più vero se si tiene presente l’obiettivo della costruzione di una sussidiarietà solidale che è il caposaldo della Bozza di Intesa fra Confederazione delle Misericordie e Anpas Toscana per la valorizzazione delle organizzazioni di volontariato e delle espressioni della società civile.

L’integrazione dei servizi sanitari tra il pubblico e il no-profit: è possibile? Convegno Venerdi 15 novembre 2013