Controllo nei proteggi la tua pelle

Che cosa sono i nei?

I nei (o nevi) sono delle anomalie della cute che si rivelano sulla pelle come chiazze pigmentate o anche acromiche. Le dimensioni variano e possono essere piani o rilevati. Si possono riscontrare sin dalla nascita o possono comparire nel corso degli anni. I nei non interessano solo la pelle ma anche le mucose. Prendono origine dai melanociti della cute e dalle mucose o, molto più raramente, dai melanociti posti in sedi extracutanee.
Ognuno di noi possiede un determinato numero di nei, in base alla propria predisposizione genetica e secondo alcuni fattori ambientali, primi fra tutti, le esposizioni ai raggi ultravioletti, soprattutto se associate ad episodi di ustioni solari. Sono neoformazioni generalmente benigne, che raramente, per fortuna, possono dare origine ad un melanoma.

A cosa serve il controllo nei?

La strategia più importante per combattere questa malattia è la prevenzione, che parte dalle sane abitudini (non esporsi al sole senza una protezione adeguata sulla pelle) e dall’ambulatorio del dermatologo.

Il controllo dei nei si rivela essenziale per la nostra salute e soprattutto per la prevenzione di patologie potenzialmente gravi per la pelle. Un cambiamento di forma, di dimensioni, di colore di una lesione nevica deve spingere il paziente a rivolgersi al proprio medico di famiglia o allo specialista per una valutazione della situazione.

Si può fare un’auto-valutazione?

Anche il paziente stesso può eseguire un’auto-valutazione. Ci viene in questo caso in aiuto la semplice regola ABCDE:

  1. Asimmetria;
  2. Bordi irregolari;
  3. Colore non omogeneo;
  4. Dimensioni (diametro superiore a 6 mm);
  5. Evoluzione (lesioni in rapida crescita negli ultimi 6 – 12 mesi).

Questo acronimo ci suggerisce che dobbiamo prestare maggiore attenzione a quelle lesioni di dimensioni superiori ai 6 mm, con bordi irregolari e colorazione non uniforme, asimmetriche e con storia clinica di evoluzione.
Ogni alterazione di uno degli elementi ABCDE rappresenta un fattore da approfondire attraverso il consulto medico dermatologico tempestivo. Il dermatologo effettua la visita medica specialistica col supporto di un dermatoscopio, strumento che permette una valutazione più approfondita della natura della lesione e che di fatto ha notevolmente migliorato l’accuratezza diagnostica da parte dello specialista.

Cos’è un melanoma?

Il melanoma è un tumore cutaneo maligno caratterizzato biologicamente da una lenta crescita e da una successiva tendenza ad una rapida diffusione metastatica per via ematica e linfatica. Prende origine dai melanociti della cute e delle mucose e molto più raramente dai melanociti situati in sedi extracutanee (occhio, meningi ecc).
Si ritiene che circa il 70% dei melanomi nasca come tale e che solo il 30% dei casi sia legato alla trasformazione di un neo preesistente. Si distinguono 4 varietà cliniche di melanomi:

  1. Melanoma a diffusione superficiale;
  2. Lentigo maligna – melanoma;
  3. Melanoma lentigginoso acrale;
  4. Melanoma nodulare.

Le prime tre varietà riconoscono una prima fase di crescita orizzontale, che dopo un tempo estremamente variabile, dà inizio ad un rapido processo di approfondimento (crescita verticale). Nel caso del melanoma nodulare fin dall’inizio si assiste invece ad una invasione verticale in profondità, a cui si correlano comprensibili peggioramenti prognostici

Epidemiologia

Nessuna età può essere definita indenne da questa neoplasia, tuttavia il melanoma colpisce prevalentemente individui di età compresa fra i 30 ed i 60 anni, senza distinzione di sesso. È il tumore che negli ultimi decenni anni ha visto la maggiore incidenza di crescita percentuale, tanto che numerosi studi suggeriscono che sia addirittura raddoppiata negli ultimi 10 anni.
Ogni anno in Italia si registrano circa 9000 nuovi casi di melanoma, con un tasso di mortalità impressionante; tant’è che si ritiene che ogni quattro ore nel nostro paese avvenga un decesso per questa patologia.
La mortalità è decisamente superiore nell’uomo, e ciò è probabilmente legato ad un ritardo di diagnosi (gli uomini sono meno attenti alla prevenzione) ed alla sede di insorgenza del tumore, che, negli uomini è prevalentemente quella del tronco. Da notare tuttavia come negli ultimi trent’anni la percentuale di sopravvivenza sia decisamente cresciuta, passando da circa il 50% dalla fine degli anni ’70 a circa l’82-83% dei giorni nostri. Ciò grazie ad una maggiore sensibilizzazione collettiva che ha migliorato la precocità nelle diagnosi e l’aumentata accuratezza diagnostica da parte dello specialista grazie a strumenti semplici ma efficaci come il dermatoscopio.

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