Tratto da La Nazione Solidale del 27 maggio 2017
Lacrimazione, bruciore agli occhi, naso che cola, talvolta tosse e asma: sono i fastidi più comuni che deve affrontare chi soffre di allergia. Si tratta della più comune malattia immunitaria, che incide sensibilmente sulla qualità della vita: una corretta diagnosi è fondamentale per curare i malesseri di stagione.
Maurizio Severino, medico allergologo in servizio presso gli ambulatori di Rete Pas e già direttore della UOS di Allergologia e Immunologia Clinica dell’Ospedale S. Giovanni di Dio, ci spiega come prevenire e come affrontare la fastidiosa patologia.
Quali sono i fattori che scatenano le principali forme di allergia?
Gli allergeni più diffusi in questo periodo sono i pollini, le muffe e l’acaro della polvere. Tra i primi sono da citare i pollini di graminacee, i pollini di parietaria (il cui periodo di pollinazione va da marzo ad ottobre) e i pollini di ulivo (aprile a luglio). L’acaro della polvere invece si nutre della nostra forfora e si trova nei tappeti, nei cuscini, nei letti e nelle coperte di lana. Infine, tra le muffe responsabili di sintomi allergici vi è l’alternaria: si sviluppa sulla vegetazione, sul terreno, sui cibi vegetali, ma anche nelle condotte dei condizionatori delle abitazioni. Nelle nostre regioni le spore si trovano nell’aria da maggio a novembre con un picco in tarda estate/autunno.
Quali sono i soggetti più esposti?
Gli allergeni sono sostanze capaci di sensibilizzare soggetti predisposti: in loro, un’esposizione agli allergeni può indurre alla comparsa di manifestazioni cliniche come l’asma, la rinite e la congiuntivite allergica. Se poi lo stimolo è protratto, si può verificare una reazione infiammatoria cronica. Inoltre, avere uno o entrambi i genitori allergici rappresenta un pesante fattore di rischio.
Come si affrontano le allergie?
Nella rinite allergica la terapia è a “gradini”, ossia seconda della durata e della gravità dei sintomi si aggiungono nuovi farmaci fino a che il disturbo non è controllato: l’antistaminico e lo steroide nasale sono i farmaci di prima scelta.
Fondamentale è tuttavia la prevenzione ambientale, ossia le misure volte a ridurre l’esposizione all’allergene: impossibile per gli allergeni pollinici, è invece consigliabile adottare misure per ridurre la quantità di acari della polvere (coprimaterassi e copricuscini anti-acaro, allontanamento di tappeti, tende, ecc.).
Infine, è importante anche la immunoterapia specifica, che consiste nella somministrazione di dosi crescenti di allergeni allo scopo di modificare la risposta immunitaria e quindi ridurre i sintomi in occasione dell’esposizione all’allergene.
A cosa servono il Prick Test e il Patch Test?
Sono test cutanei essenziali per confermare o escludere il sospetto di una sensibilizzazione in soggetti con rinite, congiuntivite e asma. In questi casi il test cutaneo che viene praticato è il prick test, che si esegue sull’avambraccio, dove si applica una goccia dell’allergene che viene immediatamente punta con un ago. La reazione è considerata positiva quando provoca la comparsa di un pomfo di almeno 3 mm di diametro. I test cutanei sono attendibili, poco invasivi, economici, il loro risultato è rapidamente valutabile e, se effettuati da personale competente, sono riproducibili. Questi test possono essere somministrati ad ogni età.
Il patch test invece è indicato in malattie cutanee come la dermatite da contatto: sulla schiena del paziente vengono applicati dei cerotti che contengono gli allergeni e che dovranno essere tenuti per 48 ore, al termine delle quali si manifesterà l’eventuale risposta allergica con arrossamento, prurito o vescicole.
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