Secondo uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet dai ricercatori del GBD (Global Burden of Disease), il fumo potrebbe essere collegato a una morte su dieci.
Il gruppo di ricercatori internazionale ha esaminato la diffusione del vizio del fumo in 195 paesi tra il 1990 e il 2015 e, nonostante le prove inequivocabili degli effetti nocivi del tabacco per la salute, è stato appurato che il fumo resta il secondo maggiore fattore di rischio per morte prematura e disabilità.
In particolare, la metà delle morti associate a questo vizio si verificherebbe in Cina, India, Stati Uniti e Russia. L’indagine ha anche messo in evidenza che nel 2015 fumava quotidianamente quasi un miliardo di persone: un uomo su quattro e una donna su venti.
I ricercatori hanno infine rilevato che alcuni paesi sono riusciti a ridurre significativamente il numero dei fumatori, attraverso l’adozione di diverse misure anti-fumo, come l’incremento delle tasse sul tabacco, le avvertenze stampate sui pacchetti e la realizzazione di programmi educativi. Per esempio, in 25 anni la percentuale dei fumatori abituali in Brasile è passata dal 29% al 12% tra gli uomini e dal 19% all’8% tra le donne.
Mentre in altre nazioni, come in Russia, il numero delle fumatrici è aumentato del 4% e, secondo gli autori, tendenze simili sono state osservate anche in alcune zone dell’Africa.
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Una morte su dieci è provocata dal fumo
Una morte su dieci è provocata dal fumo