Lo screening per il cancro del polmone diminuisce in maniera consistente la mortalità nei soggetti considerati ad alto rischio a causa soprattutto della loro abitudine al fumo. La conferma arriva dallo studio Italung, condotto dal 2004 a Firenze, Pisa e Pistoia Italung e i cui risultati sono stati presentati nel corso della Conferenza della Iasclc (Società internazionale per lo studio del tumore polmonare) che si è tenuta pochi giorni fa a Vienna.
La ricerca è stata condotta su 3.206 cittadini toscani fumatori d’età compresa tra i 55 e i 69 anni. Nei nove anni di osservazione dall’inizio dello studio, nel gruppo di persone sottoposte allo screening si sono registrati 29 decessi ogni 1.000 soggetti, rispetto ai 42 dicessi ogni 1.000 soggetti che si sono verificati nel gruppo di controllo (cioè persone non sottoposte a screening).
In pratica 13 decessi in meno ogni 1.000 soggetti, che tradotto in termini percentuali equivale al 30% di riduzione. Un dato che conferma i risultati dello studio americano NLST condotto su 50.000 soggetti, sulla cui base negli Stati Uniti ormai da due anni questo screening è raccomandato dalla principale Agenzia di sanità pubblica americana e offerto da Medicare ai soggetti ad alto rischio. In Europa, si attendono i risultati dello studio NELSON, condotto in Olanda su circa 16.000 persone.
«Un numero di vite salvate importante, quello mostrato dallo studio Italung – sottolinea Francesca Maria Carozzi, dell’Ispo, responsabile scientifico del workshop -, in una malattia che continua ad essere la prima causa di morte tumorale, per la quale ancora oggi le probabilità di sopravvivenza non superano il 10-15% a 5 anni dalla diagnosi».
Gli stessi risultati saranno discussi e valutati anche nel corso del workshop “Lo screening del tumore polmonare con Tc a bassa dose: risultati dello studio randomizzato toscano Italung” che si terrà lunedì 19 dicembre nella sede dell’Istituto Toscano Tumori, in viale Pieraccini 6 (Careggi).
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