Attività fisica negli anziani

attività fisica in vecchiaiaLa vecchiaia è un’età complessa della vita, in cui devono essere considerate le perdite di alcune funzioni, ma anche la conservazione e lo sviluppo di altre, come l’inevitabile rinuncia a certe attività ma anche nuovi apprendimenti e nuovi desideri. Certo in genere quando si parla di vecchiaia, nonostante la presenza di aspetti positivi accanto a quelli negativi, i luoghi comuni predominanti fanno luce sui pensieri della solitudine, del fine vita, della povertà, delle malattie. In questo contesto, tra le paure della vecchiaia, un ruolo fondamentale è occupato dalla paura di perdere la padronanza della propria autonomia. Certo sua maestà, l’assetto cognitivo, qui gioca il ruolo da protagonista, in tutte le svariate sfumature del ricordare, comprendere, riflettere, rielaborare, creare.. avere competenze tecnologiche come guidare, usare computer, etc.

E’ sorprendente però il fatto che siano i diretti interessati a ricordare l’importanza della loro efficienza fisica, della loro abilità corporea, come se un corpo compromesso pregiudicasse il funzionamento cognitivo ed esponesse, più di ogni altra causa, al rischio di una perdita della capacità di padroneggiare se stessi, con fantasie di dipendenza non facili da tollerare. In un ambulatorio di Geriatria è frequente incontrare soggetti con problemi oggettivi di memoria che, da una parte accettano volentieri di approfondire il loro quadro clinico, ma al tempo stesso si dichiarano soddisfatti perché le gambe sono ancora ben funzionanti.

Molti soggetti descrivono il ruolo positivo del camminare, da soli,… in compagnia,…. col cane come se, al di là delle conseguenze positive sul corpo, il fatto di “allontanarsi da” e “andare verso” attivasse un mondo immaginario che suscita interesse e curiosità.

In non poche Organizzazioni di Volontariato la presenza di anziani attivi è in continua espansione, e nelle attività in cui sono impegnati la corporeità svolge il ruolo determinante di consentire al soggetto di sentirsi persona portatrice di risorse.

Nel primo secolo dopo Cristo, Seneca, in una famosa lettera a Lucilio, scriveva di avvertire le ingiurie dell’età non tanto nell’animo o nella mente, quanto invece nel corpo.
Quindi risulterebbe evidente che il corpo in vecchiaia vada attivato, protetto, valorizzato. Ma come? Praticare attività fisica in terza-quarta età è decisamente una risposta a tale quesito, non solo è possibile in molte situazioni, ma è sempre vantaggiosa. Certamente va impostata non come un compito da svolgere passivamente, un dovere tipo “ me l’hanno ordinata”, né tanto meno come un esercizio mirante a modificare apparenze fisiche, come accade in molti giovani. Andrebbe fatta coincidere con un piacere, un divertimento, un appagamento dello sguardo, un arricchimento delle conoscenze, un apprendimento di cose nuove e soddisfacenti. Indubbiamente la prima attività che viene in mente è il camminare (qui rinuncio al bus, all’auto etc.) e nella fusione tra cammino e piacere può inserirsi il panorama, la vegetazione naturale, l’ombrosità nel bosco, l’inizio di certe fioriture, la coltivazione dei campi, il bordo del fiume, la presenza dei pesci nelle acque o il volo di certi uccelli ma può essere anche il contenuto di una vetrina, il restauro di alcuni palazzi o monumenti, l’interno di alcune chiese, qualche museo….le variazioni del traffico o la nuova tramvia. Importante è la non occasionalità, ma una certa regolarità durante la settimana, con dedizione temporale non sbrigativa, ma facendo diventare l’attività fisica qualcosa che uno fa per se stesso, per l’equilibrio interno e per il benessere fisico. Infatti la ricca letteratura scientifica ci insegna che l’attività fisica ha una funzione molto importante nel garantire l’autonomia, cioè l’indipendenza di una persona, perché ha risvolti positivi a livello cardiaco, articolare, muscolare, sul tono dell’umore e sulla cognitività.

Quali sono i benefici dell’attività fisica in una persona anziana

  • Livello cardiocircolatorio: aumenta la resistenza alla fatica, migliora l’efficienza cardiaca, riduce l’ipertensione, migliora il flusso nei vasi periferici, sia arteriosi che venosi, riduce la viscosità per ridotta aggregabilità piastrinica, riduce i trigliceridi e aumenta il colesterolo buono (HDL). Rimanendo in ambito metabolico, nel diabete l’attività fisica aumenta la sensibilità alla insulina e quindi abbassa la glicemia, riducendo il dosaggio dei farmaci.
  • Livello muscolare: aumenta la massa magra e riduce la massa grassa, cioè inverte la naturale tendenza legata all’invecchiamento, quindi riduce il sovrappeso.
  • Livello osteo-articolare: aumenta la secrezione del fluido sinoviale migliorando la escursione articolare, e riduce l’osteoporosi.
  • Cognitività e umore: da anni si sa che aumentano le endorfine, sostanze correlate al piacere e al buon umore. Nel 2007 un famoso articolo pubblicato su Lancet Neurology ha dimostrato che l’attività fisica regolare incrementa le connessioni sinaptiche cerebrali ( i neuroni creano più contatti tra di loro, quindi aumenta la neuroplasticità) anche in aree connesse alla memoria ( ippocampo) tanto che, attualmente, una delle terapie più raccomandate a livello internazionale per il declino cognitivo ( demenza) è appunto l’esercizio fisico.

Una recente pubblicazione di ricercatori fiorentini: “Independent functioning in nonagenarians: the Mugello study” ha dimostrato che in circa 500 ultranovantenni del Mugello il 15% di costoro, cioè 75 soggetti, sono risultati completamente indipendenti e autonomi grazie alla assenza di malattie gravi e grazie all’essere stati capaci di incidere su fattori modificabili dello stile di vita, di cui un esempio è stata l’alta attività fisica.

Quindi un consiglio per il buon invecchiamento è quello di rendere piacevole una regolare attività fisica, dal momento che ha numerosi risvolti positivi sulla nostra unità mente-corpo.
Il come farla, dove, all’aperto o no, con chi eventualmente, quando nell’arco del giorno, sono aspetti soggettivi legati alle condizioni fisiche, di disponibilità, di stagionalità, di gusti, di tempo libero che possono essere risolti solo da convinta intenzionalità accoppiata al personale buon senso.

Attività fisica negli anziani

Dott. Guido Gori

Geriatria, Psichiatria

Il dott. Guido Gori, geriatra e psichiatra, ha conseguito due specializzazioni all’Università di Firenze: Geriatria e Gerontologia Psichiatria. Nel corso della sua carriera si è perfezionato in Psicoterapia, Psicogeriatria, nella cura della demenza e delle malattie affettive della 3° e 4° età.

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