Una gran parte di pazienti che effettuano una visita dall’otorinolaringoiatra riferisce disturbi dell’equilibrio.
Secondo la definizione dell’Accademia Americana delle malattie della testa e del collo, per vertigine si intende una “erronea sensazione di movimento quando nessun movimento si sta verificando in relazione alla gravità della terra o sensazione distorta di movimento, altrimenti normale, con gli spostamenti della testa”.
Il dott. Gabriele Borri, medico otorinolaringoiatra di Rete Pas presso la sede di Campi-Signa a San Donnino spiega cosa sono e come riconoscerle.
Cosa sono le vertigini?
“A me sembra più comprensibile parlare di un disturbo dell’equilibrio che si manifesta con la sensazione dello spostamento del corpo rispetto all’ambiente o dell’ambiente rispetto al corpo. In ogni caso possiamo identificare la vertigine come una allucinazione della posizione o del movimento del nostro corpo senza che in realtà ciò avvenga.
Una cosa è certa: nel lessico comune delle persone la vertigine viene ricondotta al termine abusato di labirintite, comprendendo con ciò tutta una serie di patologie che possono anche non avere a che fare con il labirinto.
Il sistema dell’equilibrio, scientificamente definito come sistema vestibolare, permette il mantenimento della corretta posizione statica e dinamica del corpo nell’ambiente, ciò è possibile grazie alla funzione dei due labirinti, destro e sinistro, che costituiscono la porzione di orecchio interno a tal fine deputata.
L’altra porzione di orecchio interno, la chiocciola, è sede dell’organo del Corti, dove lo stimolo acustico trasmesso attraverso gli ossicini dell’orecchio medio viene trasformato in impulso elettrico e inviato ai centri dell’encefalo che traducono tali impulsi in suoni.
Ebbene, nel labirinto accade qualcosa di simile: le variazioni di posizione del nostro corpo, sia che si tratti di accelerazioni lineari (cioè antero-posteriori o supero-inferiori) sia che si effettuino accelerazioni rotatorie, vengono trasmesse ai labirinti dai recettori di posizione localizzati a livello articolare e muscolo-tendineo del nostro organismo.Tali impulsi sono poi inviati dal labirinto ai centri vestibolari del cervello e del cervelletto, che a loro volta regolano le risposte del nostro corpo in base alle sollecitazioni gravitazionali a cui siamo costantemente sottoposti. E’ un sistema estremamente complicato ma molto efficiente che ci permette di mantenere l’equilibrio anche nelle situazioni limite.”
Diversi tipi di vertigini: come riconoscerle?
“Dovendo semplificare, possiamo distinguere le vertigini in due grossi gruppi:
- le vertigini periferiche, dovute ad una patologia del labirinto. Si presentano perlopiù come molto intense, rotatorie, spesso parossistiche, tanto da costringere il paziente a rimanere supino, ad occhi chiusi e sono accompagnate da un corredo sintomatologico reattivo con nausea, vomito, talvolta lipotimie.
In questa tipologia l’origine va ricercata in malattie che compromettono la funzione del labirinto quindi: labirintopatie virali, vascolari (dovute al mancato afflusso di sangue su base trombo-ischemica), idrope endococleare ed endolabirintica (aumento cioè della pressione dei liquidi dell’orecchio interno, spesso associata pertanto a diminuzione dell’udito, la cosiddetta malattia di Méniere), danni post traumatici, alterazioni metaboliche o autoimmunitarie, più raramente quadri otitici batterici (solo in questo caso saremmo autorizzati a parlare di vere e proprie labirintiti, cioè infezioni del labirinto, peraltro rare).
- le vertigini centrali, legate ad una sofferenza dei centri nervosi encefalici. È più probabile che determinino una sensazione di instabilità, il paziente riferisce di sentirsi come in stato di ebbrezza oppure come se soggiornasse su una barca, in continuo e leggero movimento.
Le sindromi vertiginose centrali sono invece legate a problematiche encefaliche di tipo vascolare, ischemico o emorragico, degenerative (morbo di Parkinson e sclerosi multipla), post-traumatiche, neoplastiche.
Menzione a parte meritano le vertigini parossistiche benigne da posizionamento o Canalolitiasi.
Sono queste, probabilmente, le più frequenti e nonostante la loro benignità, come dice il termine, gettano il paziente nello sconforto perché molto violente. Si caratterizzano in quanto vengono scatenate da un particolare movimento di flesso-estensione del busto, oppure di rotazione del collo, soprattutto quando il soggetto si corica o si alza dal letto, oppure si gira di lato durante il sonno. La loro caratteristica è quella di scomparire una volta raggiunta la nuova posizione e di ripresentarsi quando si torna alla posizione di partenza.
Esse sono dovute al distacco di cristalli di carbonato o ossalato di calcio che svolgono la loro funzione sopra dei recettori di posizione del labirinto membranoso, in tal modo si impegnano all’interno di uno dei canali semicircolari del labirinto scatenando violente vertigini solamente dopo un posizionamento. Fatta la diagnosi di sede, verranno effettuate dallo specialista delle manovre al fine ricondurre i cristalli nella loro sede.
Piuttosto frequenti sono anche le vertigini soggettive in pazienti che soffrono di emicrania. In questi casi il sintomo vertigine può accompagnare o sostituire la crisi emicranica.
Infine, qualora non si riesca ad evidenziare una causa specifica del sintomo, è lecito pensare ad una vertigine psicogena da ricondurre a stati di panico o quadri fobici descritti dal paziente come instabilità posturali che insorgono spontaneamente oppure in particolari ambienti come spazi ampi e vuoti.”
Prenota una visita otorinolaringoiatrica
Il dott. Borri effettua visite otorinolaringoiatriche presso la sede ambulatoriale Rete Pas di Campi-Signa, a San Donnino.
Per prenotare è necessario chiamare il numero unico 055 71.11.11 oppure online su portale.retepas.com