Intolleranze alimentari: la celiachia

granoLe intolleranze alimentari rappresentano patologie gastrointestinali comuni ma sono processi dovuti a meccanismi non allergici, e possono manifestarsi senza una stretta correlazione temporale con l’assunzione del cibo.

Una delle intolleranze alimentari più comuni è sicuramente la celiachia.

Secondo le stime dell’ISS ( Istituto Superiore di sanità) “Al 31 dicembre 2019 i celiaci diagnosticati sono 233.147, di cui il 34% appartenente alla popolazione maschile (78.248) e il 66% a quella femminile (154.899). Nel 2020 il numero delle nuove diagnosi è stato di 7.729, in diminuzione rispetto alle diagnosi formulate nel 2019.”

Cos’è la celiachia?

La celiachia (o morbo celiaco) è una patologia in cui il sistema immunitario risponde ad una componente presente all’interno del grano, il glutine, e in particolare ad una proteina chiamata “gliadina”.

Ciò genera una risposta infiammatoria intestinale, i cui sintomi sono costituiti da:

  • diarrea;
  • perdita di peso;
  • dolori gastrointestinali;
  • nei casi gravi, possono insorgere ulteriori sintomi legati alla grave carenza di nutrienti: anemia, osteoporosi, problemi neurologici, infertilità;
  • oppure alcuni lamentano eruzioni cutanee che prendono il nome di “dermatite erpetiforme”;
  • infine, una complicanza a lungo termine della celiachia – nel caso di mancata eliminazione del glutine dalla dieta – è costituita da tumori dei globuli bianchi (linfomi) per via della loro attivazione incontrollata.

I pazienti con celiachia sono inoltre a maggior rischio di essere affetti da altre patologie autoimmuni, in particolare a carico della tiroide (tiroiditi) e del pancreas (diabete mellito tipo 1).

Va sottolineato che, oltre al grano, in questi pazienti i sintomi insorgono anche con il consumo di orzo, segale e farro; sono invece tollerati il riso, il mais e il grano saraceno. L’avena è solitamente tollerata, seppur non da tutti i pazienti celiaci. Alcolici quali vino e distillati non contengono glutine, che invece è comunemente contenuto nella birra (di cui esistono tuttavia alcuni tipi “gluten-free”).”.

Come si effettua la diagnosi?

La diagnosi di celiachia può essere suggerita da indagini ematiche (ricerca di anticorpi specifici) e genetiche (per rilevare la predisposizione allo sviluppo della malattia), ma la conferma avviene attraverso l’esofago-gastro duodenoscopia (EGDS), che permette di effettuare biopsie di piccoli frammenti intestinali e di analizzarle per dimostrare il processo infiammatorio in atto.

Dopo aver eliminato il glutine dalla dieta, è utile ripetere l’EGDS ad alcuni mesi di distanza (generalmente 3-6) per verificare che sia avvenuta la “riparazione” della mucosa intestinale.

Attualmente, l’unica terapia possibile è una dieta priva di glutine; sono in corso di sperimentazione, tuttavia, terapie specifiche per ridurre la risposta immunitaria al glutine, che forse consentiranno un giorno il consumo di grano e dei suoi derivati ai pazienti celiaci.

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