Aurelio
“Il chiasso dell’anima da un corpo che la sputa”, scrive il poeta Erri De Luca, “va per il mondo” e “nessuna membrana dell’udito lo cattura”.Noi, il chiasso dell’anima di Aurelio lo sentiamo, invece, eccome. Si è staccata dal suo corpo martoriato e offeso, tutti noi sapevamo sarebbe accaduto, che era questione del poco tempo che restava del giorno, il poco tempo giusto per farlo soffrire ancora, come se la sofferenza non fosse stata bastevole per lui.
Eppure quel chiasso ci rimbomba, ci frastorna, è chiasso, schianto, urlo sordo senza eco.
Nell’organigramma speciale della Fondazione Pubbliche Assistenze, dei servizi di Humanitas Onoranze Funebri, dei servizi di Rete Pas, Aurelio Desii era l’anima, quella funzione speciale e trasversale che, lega, unisce, incassa le ferite e le rimargina, infine rilancia.
Era la magnifica inversione della fatica di lavorare, in un lavoro duro, difficile, delicato come quello del servizio funebre, per i colleghi che accolgono ogni giorno il dolore degli altri e lo prendono in carico.
Era la resistenza alla morte per le famiglie dei defunti, le accompagnava coi suoi occhi piccoli che prima sprizzavano dolcezza e poi si imbevevano del sorriso, dolce e delicato.
Era l’annuncio della risoluzione di ogni tipo di problema, anche degli altri, perché se ne faceva carico dal suo insorgere, naturalmente, con una battuta e un sorriso mai scontati, mai superficiali.
Era il miracolo del quotidiano, il lavoro senza peso nella relazione, la discussione senza mai rabbia, il fuori orario senza orario, il mai “io” ma sempre “noi”. Naturalmente noi, senza ostentare. Noi, la sua Fondazione delle Pubbliche Assistenze, il suo mondo di servizio per gli altri, di cui era innamorato, che ha vissuto sino alla fine, anche quando la vita gli veniva meno, senza lamento ma straziato e straziante, per il dolore infinito che portava.
Per questo, Aurelio, sei stato, sei e sarai, il più grande dirigente del servizio funebre!
Aurelio non aveva nemici, dentro la Fondazione e fuori, nel settore delle onoranze funebri, a Scandicci dove viveva, fra i tanti volontari dell’Humanitas di Scandicci dove prestava servizio fin da giovane. Alzi la mano chi era nemico di Aurelio!
Anche questo era il miracolo del quotidiano.
Capita un disservizio importante, anche in una organizzazione di onoranze funebri attenta come la nostra. Quando è successo ad un collega di Aurelio, al nostro chiedere scusa per il disservizio, il figlio del defunto ci ha risposto: “Che problema avete? Nessuno, finché c’è Aurelio”.
Questo eri Aurelio, nel servizio di Humanitas Onoranze Funebri, e tu ci sei ancora.
Però ci manchi, sai, eccome. Ai consiglieri della Fondazione, tutti, ai colleghi, tutti.
Te ne sei andato, Magnifico Cavaliere delle Lucciole, in una sera di estate lasciandoci solo lacrime sterili senza avere neanche il modo di stringerci, di ricordare una delle tue tante migliori battute che annunciavi con il sorriso del birichino (ma ce le diremo, stai tranquillo) ognuno a casa propria, solo, a pensarti.
Abbiamo sentito il chiasso immenso della tua anima che si staccava dal tuo corpo sfinito e il cielo era già stellato, della tua anima.
Un amico ha scritto ad un altro:
“Aurelio ha preso la sua strada, lascia sulla terra una scia infinita di anima”.
L’altro gli ha risposto:
“Ora la vedo e lo sento ridere. C’è che mi manca”
Pensa, se manchi a lui, se manchi a noi, quanto mancherai alle tue figlie, ai tuoi cari.
Noi però della tua anima vediamo solo la scia; le tue figlie, i tuoi cari se ne sono imbevuti, dall’inizio, dall’origine, e la tua anima rivive già in loro.
Aurelio Desii ci ha lasciati la sera del 27 luglio 2022.