Calura e terza-quarta età

Quest’anno l’allerta per le ondate di calore è partito, purtroppo, con largo anticipo considerando i picchi di gradi a cui siamo arrivati anche durante il mese di maggio.
Queste condizioni climatiche possono rappresentare un pericolo per la salute per le persone, in particolare per quelle più fragili come gli anziani.

Ne abbiamo parlato con il dottor Guido Gori, geriatra, nonché direttore sanitario e scientifico di Rete Pas.

“In questi giorni di grande caldo e soprattutto di alta umidità atmosferica, molti di noi, più o meno coscientemente, si chiedono come proteggersi dalle possibili conseguenze negative di tale combinata, tipicamente fiorentina, cioè marcata calura e afa. E’ ormai abbastanza scontato, e quindi mentalmente introiettato, di non uscire sotto il sole a mezzogiorno con abiti incongrui, se c’è la possibilità di scegliere un orario più fresco, di alleggerire la pesantezza degli indumenti, selezionando quelli ad alta traspirabilità. Anche la importanza di una corretta idratazione, al fine di contrastare l’eccesso di dispersione idrica attraverso la cute e quindi di prevenire la disidratazione con i suoi pericolosi effetti clinici appartiene, a mio avviso, al novero delle segnalazioni che in questi giorni provengono da svariate fonti di informazione.

D’altra parte da secoli gli uomini del deserto, nei loro viaggi in cammello insegnano che il corpo, compreso il capo, devono essere protetti dal sole e dalla temperatura con adeguate protezioni, che bisogna avere con sé un contenitore di liquidi (nel caso dei beduini thè, certamente non freddo, e certamente non alcolico, aspetti da tenere in considerazione) e che quando possibile la sosta in una oasi consente il riposo fisico, il refrigerio e una ulteriore idratazione.

Ma nel contesto del grande caldo un aspetto rilevante da segnalare è che i grandi vecchi sono i soggetti più vulnerabili in confronto ai giovani e agli adulti. Poiché stiamo vivendo in un periodo storico in cui la nostra società sta invecchiando progressivamente e l’aspettativa di vita ha ormai superato gli 80 anni per l’uomo e gli 85 per le donne, (mediamente attorno ai 33 anni ai tempi di Roma imperiale) ci sembra rilevante tentare un approfondimento circa il motivo per cui un anziano rischia seriamente, se non attiva dei meccanismi di difesa:

  1. Gli anziani presentano meno acqua corporea per riduzione della massa magra (muscolo,idrofilo) ed aumento della massa grassa( tessuto adiposo, idrofobo);
  2. Gli anziani bevono poco perchè non sono in grado di coordinare i segnali sensoriali della sete, o meglio non avvertono il senso della sete come avviene in altre fasi della vita;
  3. I grandi anziani spesso hanno qualche defaillance nella ingestione di materiale liquido ( “spesso il nonno quando beve tossisce”), come microequivalenti di disfagia per i liquidi.

Per tale motivo non avrebbe molto senso il consueto consiglio di bere 1 litro e mezzo, 2 litri al giorno.

Bisogna specificare che bisogna bere piccoli sorsi o piccole quantità di liquido (¼ di bicchiere) ogni ora durante le 12 ore diurne, anche in assenza della sete (importanza del caregiver formale o informale, cioè badante o familiare, che portano da bere al soggetto).

Oggi con l’uso di addensanti ( neutri-dolci o salati)si può facilitare una adeguata idratazione anche in soggetti clinicamente complessi.
Quindi un soggetto anziano che ha un patrimonio idrico ridotto, vedi 1), che avverte meno il senso della sete, vedi 2) e che affronta con disagio il suggerimento di bere circa 2 litri, vedi 3), se opportunamente aiutato con accorgimenti di buon senso è in grado di affrontare momenti difficili come quello del caldo eccessivo senza rischiare scompensi idro-elettrolitici.

Calura e terza-quarta età