Dottor Giuseppe Botta, medico chirurgo vascolare di Rete PAS
Cos’è l’insufficienza venosa?
Per insufficienza venosa degli arti inferiori si intende una riduzione del ritorno del sangue venoso dagli arti inferiori al cuore con conseguente aumento della pressione del sangue nelle vene che si dilatano.
Questa condizione può essere favorita da:
- scarsa attività fisica,
- stare molto tempo seduti o in piedi senza camminare,
- obesità.
Interessa generalmente più le donne a causa di fattori di rischio specifici, quali la gravidanza e le terapie ormonali, ma anche l’uomo ne è colpito sempre più frequentemente, soprattutto in tarda età.
Quali conseguenze può dare l’insufficienza venosa non curata?
L’insufficienza venosa cronica superficiale porta a lungo andare alla comparsa di vene varicose che si evidenziano come dei cordoni turgidi sotto la pelle della gamba o della coscia oppure come delle sporgenze molli e facilmente comprimibili ma non dolenti.
È frequente in chi soffre di insufficienza venosa la comparsa sulla pelle di alterazioni antiestetiche tipiche, quali le macchie scure e i capillari dilatati. Inoltre, il perdurare dell’insufficienza venosa, riducendo il nutrimento e l’ossigenazione dei tessuti, può far divenire la pelle più secca, sottile, opaca e meno elastica, con una maggiore facilità all’insorgenza di prurito e arrossamenti cutanei.
Perché i sintomi peggiorano con il caldo?
Nella stagione estiva si ha nell’organismo umano una dilatazione generalizzata del sistema venoso con aumento della permeabilità capillare e conseguente aumentato passaggio della componente liquida del sangue nei tessuti con formazione di edema, che si traduce sul piano clinico nel gonfiore delle caviglie e delle estremità distali della gamba.
È necessario attivare le pompe muscolo-articolari degli arti inferiori e quindi muoversi, onde facilitare il ritorno verso il cuore del sangue venoso, che deve vincere nella sua risalita la forza di gravità presente sulla Terra.
Contemporaneamente la vasodilatazione indotta in maniera fisiologica dal clima caldo aggrava tutti gli altri sintomi dell’insufficienza venosa cronica superficiale con estremo disagio per i malati che ne soffrono.
Cosa fa bene !!
- Muoversi praticando regolarmente attività fisica e sport, come il nuoto e la bicicletta; ogni occasione può esser buona per camminare un po’; anche fare le scale a piedi può diventare un’ottima abitudine.
- Se si sta per molto tempo fermi – in piedi o seduti – sollevare ogni ora i piedi sulla punta delle dita in modo ritmico, facendo così lavorare le caviglie e il polpaccio.
- Utilizzare le calze elastiche terapeutiche, che devono essere scelte a seconda della gravità della patologia e per le quali occorre quindi il consiglio del medico specialista.
- Dormire con i piedi un po’ più in alto del cuore; bastano pochi centimetri: un cuscino sotto il materasso è più che sufficiente.
- Effettuare massaggi alle gambe con acqua fredda, risalendo lentamente dal piede verso l’alto, prima sul lato esterno, poi su quello interno, utilizzando una spugna o il getto della doccia.
- Nutrirsi in modo sano e leggero, con alimenti ricchi di fibre, quali i cereali, la frutta e la verdura.
- Al mare fa bene camminare a piedi nudi sulla sabbia o, ancora meglio, sulla battigia, con il livello dell’acqua sopra le ginocchia.
- Come vacanza è comunque da preferire la montagna per il clima fresco e secco e la possibilità di effettuare frequenti passeggiate.
Cosa non fa bene !!
- Essere in sovrappeso
- Stare molto tempo in piedi o seduti, senza muovere le gambe.
- Fare attività fisiche o sport che costringono a sforzi eccessivi e prolungati.
- Indossare scarpe e indumenti stretti, che ostacolano la circolazione venosa delle gambe.
- Il caldo è uno dei principali nemici delle vene perché le dilata: meglio fare la doccia, piuttosto che il bagno, con acqua non troppo calda.
- Al mare è sconsigliato rimanere immobili al sole e stare in spiaggia nelle ore più calde della giornata.