Il sovraffaticamento psicofisico ed emotivo che stiamo vivendo in questo periodo può emergere sotto varie forme. Sempre più spesso la pelle diventa un’importante valvola di sfogo. infatti la pelle è lo strumento perfetto per manifestare agli altri il proprio disagio e con le patologie ad essa connesse è l’organo principe di riferimento per la psiche.
Le manifestazioni cutanee sono visibili e vere, si possono toccare, nessuno può mettere in dubbio la presenza di un problema.
A differenza delle altre forme psicosomatiche come la gastrite, la colite, la cefalea ecc … che non sono obiettivabili, sono solo riferite dal soggetto a chi lo circonda e che deve crederci “al buio”, senza un riscontro visivo.
Nel periodo pandemico si è notato un aumento delle malattie cutanee a base psicosomatica.
L’alopecia areata, il lichen cutaneo e del cuoio capelluto, l’orticaria, il prurito sine materia, la psoriasi e molte altre (l’elenco sarebbe lungo), erano tutte patologie che esprimevano la paura del paziente verso una situazione medica e sociale totalmente nuova, inattesa, sconosciuta.
In queste situazioni è importante agire per tempo per evitare l’estendersi del problema ed una sua possibile cronicizzazione.
Le terapie esistono, sono efficaci ma vanno attuate il più possibile in fase inziale.